La deduzione fiscale dei fondi pensione è un importante vantaggio di cui godono gli aderenti, che consente di ottenere annualmente uno “sconto” sulle imposte da versare in busta paga e/o in dichiarazione dei redditi.
La deduzione segue delle regole ben precise, che è opportuno conoscere per ottenere il massimo beneficio dall’iscrizione al fondo pensione.
In questo articolo vedremo, punto per punto tutto, ciò che occorre sapere sulla deduzione fiscale dei fondi pensione, a partire dalla definizione stessa di “deduzione”.
Passeremo poi all’analisi nel dettaglio del funzionamento della deduzione fiscale dei fondi pensione e di quella per i familiari fiscalmente a carico, dell’indicazione del beneficio in dichiarazione dei redditi, dell’innalzamento della soglia per lavoratori al primo impiego e delle regole relative al superamento della soglia.
Vedremo, infine, che i benefici fiscali riservati ai fondi pensione non si limitano alla sola deduzione, ma comportano anche una tassazione di favore per i rendimenti realizzati dai fondi pensione per le prestazioni erogate agli iscritti.
Cos’è la deduzione fiscale?
La deduzione fiscale è un beneficio riconosciuto dal nostro ordinamento per determinati oneri che consente di abbattere in dichiarazione il reddito imponibile, il reddito cioè su cui si calcola l’IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche).
Quando si fa la dichiarazione annuale dei redditi, ad esempio il 730, viene determinato il reddito annuo imponibile e, se sono previste delle deduzioni, queste vanno a sottrarsi al reddito imponibile, dunque alla base su cui si calcola l’imposta da versare.
Attenzione: le deduzioni non vanno confuse con le detrazioni, che hanno un diverso funzionamento. Queste ultime, infatti, si applicano direttamente all’imposta determinata in dichiarazione, per ridurre l’importo da versare.
Come funziona la deduzione fiscale dei fondi pensione?
Tra le deduzioni fiscali previste in Italia figura anche quella relativa ai contributi versati al fondo pensione, che si ottiene fin dal primo anno di adesione e per tutti gli anni successivi, finché l’aderente versa i propri contributi al fondo.
Nello specifico, i contributi versati possono essere dedotti annualmente fino al limite massimo di 5.164,57 euro.
Proviamo a chiarire il concetto, riportando di seguito l’esempio di un lavoratore in possesso dei seguenti requisiti:
- reddito imponibile pari a 30.000 euro;
- contributi al fondo pensione versati nell’anno pari a 4.000 euro.
Gli scaglioni IRPEF sono i seguenti:
- aliquota al 23%, fino a 15.000 euro;
- aliquota al 25%, tra i 15.000 e i 28.000 euro;
- aliquota al 35%, tra i 28.000 e i 50.000 euro;
- aliquota al 43%, oltre i 50.000 euro.
Nel caso del nostro lavoratore, grazie alla deduzione vedrà passare il suo reddito imponibile da 30.000 a 26.000 (sottraendo i 4.000 euro di contributi), risparmiando imposte.
Quali sono i contributi al fondo pensione deducibili fiscalmente?
Per determinare l’importo effettivamente deducibile, si prendono in considerazione i seguenti fattori:
- i contributi versati dal lavoratore;
- i contributi versati dal datore di lavoro;
- i contributi versati autonomamente al fondo (i cosiddetti “versamenti volontari”);
- i contributi eventualmente versati in favore di un familiare fiscalmente a carico iscritto al fondo pensione.
Occorre, infine, ricordare che sono esclusi i versamenti relativi al TFR, soggetti a una tassazione separata
Deduzione del fondo pensione per i figli e familiari a carico
Coloro che aderiscono a un fondo pensione, se previsto dallo Statuto, possono iscrivere anche i propri familiari fiscalmente a carico. Come abbiamo visto, tra i contributi che contribuiscono a determinare l’importo fiscalmente deducibile figurano anche gli eventuali versamenti al fondo pensione per familiari a carico.
In tal caso, la deduzione spetta in primo luogo al familiare fiscalmente a carico e, per la quota eccedente la capienza del suo reddito complessivo, all’aderente primario. In sostanza, se il familiare fiscalmente a carico percepisce un reddito è tenuto a dedurre i contributi versati in favore della sua posizione; solo l’importo eccedente che non trova capienza potrà essere dedotto dal reddito complessivo dell’aderente principale.
Inoltre, occorre ricordare due semplici regole:
- si può fruire della deducibilità di questi contributi al 50 o al 100%, a seconda del carico familiare in dichiarazione;
- anche se la deduzione riguarda più soggetti, il limite dei 5.164,57 euro annui resta invariato.
Dunque, il limite è da considerarsi come unico per il singolo contribuente, indipendentemente dal numero di fondi pensione a cui si aderisce o che fanno capo ai suoi familiari a carico.
Leggi anche il nostro approfondimento Modalità di adesione di soggetti fiscalmente a carico al fondo pensione
Dove si indica la deduzione dei fondi pensione nel 730?
La deduzione fiscale dei contributi a carico del lavoratore e dell’azienda avviene direttamente in busta paga, mese per mese. Questo evita al lavoratore di dover indicare la deduzione in sede di dichiarazione dei redditi.
Dunque, per i contributi del lavoratore e dell’azienda lo sconto fiscale è fruito ogni mese direttamente attraverso un maggior stipendio percepito, al netto dei conguagli di fine anno in caso di reddito imponibile più elevato o più basso di quello presunto in busta paga.
L’importo delle deduzioni in busta paga è presente sulla Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro, nella sezione denominata “previdenza complementare”.
Diverso è il caso dei versamenti volontari effettuati dal lavoratore, al di là della percentuale di contributi prelevati direttamente in busta, e di quelli fatti in favore di un familiare a carico. In questi due ultimi casi, infatti, la deduzione deve essere riportata in sede di dichiarazione dei redditi.
Tuttavia, se si sceglie il 730 precompilato queste informazioni sono già inserite in dichiarazione, dunque basta semplicemente controllare che siano corrette.
A tal fine, sulla base delle informazioni in proprio possesso, il fondo pensione comunica all’Anagrafe Tributaria il soggetto beneficiario della deducibilità contributiva dei versamenti – salva la possibilità dell’interessato di variare tale dato effettuando una modifica in sede di dichiarazione dei redditi. Inoltre, il fondo pensione trasmette agli aderenti che hanno versato un contributo volontario, entro il mese di marzo dell’anno successivo al versamento, una dichiarazione che ne certificherà l’importo.
Tale certificazione dovrà essere presentata in fase di dichiarazione dei redditi, per poter dedurre i contributi volontari dal reddito complessivo o per verificare l’importo presente nel 730 precompilato.
Deduzione fondi pensione per i lavoratori al primo impiego
Un’eccezione al limite delle deduzioni fissato a 5.164,57 euro riguarda le lavoratrici e i lavoratori di prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007.
Nel loro caso, infatti, è possibile applicare una deduzione aggiuntiva, pari a 2.582,29 euro annui, con il tetto che passa a 7.746,86 per i primi 5 anni di partecipazione a una delle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.
Il legislatore ha inoltre pensato che, nei primi anni di lavoro, il lavoratore in questione potrebbe non avere le risorse necessarie per sostenere una contribuzione tale da usufruire dell’intera deduzione disponibile. Per questo motivo ha previsto che, dal 6° al 25° anno di partecipazione al fondo, il lavoratore possa dedurre le somme non dedotte nei primi 5 anni di iscrizione per un importo annuo di deduzione non superiore a 7.746,86 euro.
Se, per esempio, nei primi 5 anni il lavoratore non ha potuto dedurre un totale di 10.000 euro, dal 6° anno potrà innalzare la sua soglia di deduzione a 7.746,86 euro finché nel corso degli anni, e comunque entro il 25°, non recupererà l’intero importo.
Deduzione fondi pensione: cosa succede se versi più di 5.164,57 euro?
Visto il limite di 5.164,57 euro, e l’innalzamento della soglia per i neo-assunti dal 01/01/2007, cosa succede se i contributi versati superano il tetto di deduzione? Si perde il beneficio fiscale sugli importi non dedotti?
La risposta è no, ma occorre che l’aderente provveda a comunicare annualmente l’importo non dedotto al fondo pensione entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello del versamento. Il fondo ne terrà nota fino al momento dell’erogazione di una prestazione.
A quel punto, infatti, la somma degli importi non dedotti in dichiarazione nel corso degli anni verrà esclusa dal computo delle tasse applicate alla prestazione. Dunque, di fatto tali importi non saranno imponibili, permettendo comunque di fruire di un importante risparmio fiscale.
In altre parole, i contributi non dedotti vedono soltanto il beneficio fiscale spostarsi in avanti nel tempo, al momento della prestazione e non più a quello della contribuzione.
Gli altri vantaggi fiscali dei fondi pensione
Oltre alla deduzione dei contributi, l’adesione a un fondo pensione consente di accedere ad altri due vantaggi fiscali riconosciuti, uno in fase di gestione, riguardante i rendimenti, e uno in fase di prestazione, che incide sulla pensione integrativa.
Per quanto riguarda la fase di gestione, è opportuno sapere che la tassazione dei rendimenti del fondo pensione prevede due aliquote agevolate:
- 12,5% per i Titoli di Stato ed equiparati, oltreché per obbligazioni emesse da Stati o enti territoriali di Stati inclusi nella cosiddetta white list;
- 20% per tutti gli altri rendimenti.
Occorre sapere che, mentre per i Titoli di Stato l’aliquota è sempre del 12,5%, per tutte le altre tipologie di investimento l’imposta è pari al 26%, ecco perché l’aliquota del 20% applicata ai fondi pensione è particolarmente vantaggiosa.
Infine, quando arriva il momento del pensionamento, il capitale e/o la rendita che vanno a costituire la pensione integrativa subiscono, sui montanti accantonati nel fondo dal 01/01/2007, una ritenuta d’imposta determinata applicando un’aliquota del 15% (ricordiamo che l’aliquota IRPEF più bassa è pari al 23%), che si riduce dello 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo oltre il quindicesimo, fino giungere a un minimo del 9%.
L’applicazione di tali aliquote di maggior favore – sempre sui montanti dal 01/01/2007- riguarda anche altre prestazioni erogate dal fondo: anticipazione per spese sanitarie, riscatti per mobilità, cassa integrazione, inoccupazione prolungata nel tempo, invalidità (determinante una riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo), decesso dell’aderente durante la partecipazione al fondo. Tali aliquote interessano anche le erogazioni periodiche della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).
Per tutte le altre prestazioni riconosciute dal fondo, sui montanti dal 01/01/2007 si applica un’unica aliquota del 23%.
Insomma, scegliere di aderire a un fondo pensione porta con sé notevoli vantaggi in termini di risparmio fiscale sui propri investimenti, che grazie alla deduzione mostrano i propri effetti fin dal primo anno di adesione.
Leggi anche il nostro approfondimento Come funziona la tassazione dei fondi pensione